Ata Il Governo italiano ha approvato un'iniezione di capitali di circa 300 milioni di euro per sostenere il personale del settore educativo. Questo stanziamento è specificamente destinato al rinnovo dei contratti di lavoro e al potenziamento delle misure di welfare per chi opera nelle scuole.
La base normativa di questa manovra è il decreto legislativo 127/2025, che ha ricevuto l'approvazione del Consiglio dei Ministri nel mese di settembre ed è stato successivamente pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 9 settembre.
Il Ministero competente ha adottato una strategia di finanziamento che non attinge a nuove risorse, ma si basa sul recupero e la riorganizzazione di fondi già presenti nel bilancio dello Stato.
La cifra complessiva di 300 milioni di euro deriva dalla somma di diverse voci di risparmio e fondi precedentemente accantonati:
98,8 milioni di euro provengono dal Fondo per il miglioramento del sistema scolastico. Inoltre, 81,7 milioni di euro sono stati ricavati da fondi esistenti che, a seguito di un'analisi, sono risultati sottoutilizzati.
Una parte significativa (81,7 milioni di euro) rappresenta il saldo residuo, ovvero la parte non spesa, del Fondo per il miglioramento dell'offerta formativa per gli anni 2022 e 2023. Ulteriori risorse sono state generate da modifiche procedurali e rinvii, tutti confluiti nel finanziamento di questa importante manovra a favore del personale scolastico.
Due voci di risparmio rilevanti hanno contribuito in modo sostanziale allo stanziamento finale.
61,5 milioni di euro sono stati resi disponibili dal rinvio dell'entrata in vigore del nuovo sistema di progressione professionale per il personale ATA, posticipata dal 2025 al 2026.
Ulteriori 36,9 milioni di euro di risparmio sono stati generati da una modifica procedurale relativa agli esami di Stato, che prevede una riduzione del numero di membri di ciascuna commissione di audit finale da sette a cinque. L'insieme di questi fondi viene interamente riallocato per coprire i costi dei rinnovi contrattuali e delle misure di welfare annunciate.
L'elemento di maggiore innovazione sociale introdotto da questo provvedimento è l'estensione della copertura assicurativa sanitaria anche al personale a tempo determinato, in particolare agli insegnanti e al personale ATA con contratti in scadenza al 30 giugno.
A tale scopo, sono stati stanziati 15 milioni di euro all'anno, un beneficio che andrà a tutelare circa 235.000 lavoratori precari precedentemente esclusi da tale copertura. L'assicurazione, con un costo di 6 euro per persona, prevede il rimborso delle spese mediche fino a un massimale di 3.000 euro.
Questa iniziativa colma un divario di trattamento e si allinea con la giurisprudenza europea consolidata, garantendo parità di diritti a tutti i membri della comunità scolastica.
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